Itinerary
Partenza dall'Italia con voli di linea via scalo internazionale, pasti e pernottamento a bordo.
All’arrivo a Windhoek disbrigo delle formalità d’ingresso. Incontro con la guida locale di lingua italiana. Il viaggio oggi inizia verso il deserto
del Kalahari in direzione Sud. Arrivo nel tardo pomeriggio nel lodge nel Kalahari. Sistemazione nelle camere riservate, cena e pernottamento.
Kalahari
Il deserto del Kalahari è una vasta distesa sabbiosa che si estende per circa 520.000 km², è situato sull’immenso altopiano che copre
l’Africa australe e si trova ad una altezza media di 900 metri. Copre il 70% del territorio del Botswana e parti dello Zimbabwe, della
Namibia e del Sudafrica ed è il quarto deserto al mondo per estensione. Il deserto del Kalahari si trova all’interno di un bacino che porta lo
stesso nome e misura oltre due milioni e mezzo di chilometri quadrati arrivando a coprire ben nove paesi africani. Il nome Kalahari deriva
dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana e significa "la grande sete”. Il Kalahari è un deserto di sabbia rossa, in parte arido e in parte
semi arido. Parti del Kalahari ricevono più di 250 mm di acqua piovana ogni anno, mentre la zona veramente arida si trova a sud-ovest,
dove ogni anno piovono meno di 175 mm d'acqua, rendendo quest'area un deserto di tipo fossile. Le temperature estive variano dai 20 ai
40 °C, mentre in inverno il clima è secco e freddo, con una temperatura minima che può essere sotto lo zero. Le uniche riserve dell'acqua di
grandi dimensioni sono costituite dai pan, laghi salati effimeri che si riempiono durante la stagione delle piogge. Tra gli animali che vivono
nella regione vi sono iene, leoni, suricati, antilopi e molte specie di rettili e uccelli. La vegetazione è molto variegata e comprende più di 400 specie di piante, ma consiste principalmente di graminacee e acacie. Il Kalahari ospita l'antico popolo nomade dei Boscimani, che si crede vivano in queste terre come cacciatori-raccoglitori da almeno ventimila anni. Vi sono numerosi giacimenti di carbone, rame e nichel e una delle più grandi miniere di diamanti del mondo.
Pensione completa. Attività di safari all'alba in veicoli aperti 4x4. Solo così potremo apprezzare la bellezza di questo fragile deserto i cui
colori all'alba si accendono di un violetto intenso che poi digrada in rosso e arancio. Il safari (INCLUSO) è condotto con le jeep aperte del
lodge accompagnati da esperti ranger di lingua inglese. Dopo la prima colazione partiamo in direzione ovest attraversando la catena
centrale della Namibia per poi discendere verso l’antico deserto del Namib di fronte ad un paesaggio davvero mozzafiato. All’orizzonte
saranno ben presto visibili le alte dune di questo che è considerato uno dei deserti più antichi al mondo. Uno degli scenari più belli ed impressionanti della Namibia. Sistemazione in lodge. Il pomeriggio sarà a disposizione per una delle tante attività disponibili o semplicemente per il relax gustando a pieno i colori, le luci e i suoni del deserto. Pernottamento.
Pensione completa. La sveglia oggi è prevista alle prime luci del giorno. Si entra infatti all’interno del Parco del Namib Naukluft proprio al sorgere del sole. I primi 50 Km sono su strada asfaltata e da molti questo tragitto è considerato il più stupefacente di tutto il paese. Cordoni di dune, infatti, lambiscono la strada e man mano che il sole si alza, le dune assumono da un lato tutte le colorazioni possibili del
rosso mentre l’altro lato rimane in penombra. Un gioco di colori che da sempre affascina i visitatori. Ci sarà del tempo a disposizione
anche per esplorare Dead Vlei, uno degli angoli più belli in assoluto del Namib e non mancherà una visita al vicino Canyon di Sesriem.
Rientro al lodge per il pranzo. Pomeriggio a disposizione per relax ai bordi piscina o per attività facoltative. Cena e pernottamento.
Sossusvlei
Questa valle dove il fiume Tsauchab scompare tra l’argilla bianca alla base di alcune tra le dune più alte del mondo, è una delle attrazioni
turistiche più spettacolari della Namibia. Le dune si stendono a perdita d’occhio e le loro ricche colorazioni variano dall'albicocca al rosso e all'arancio vivo. Tre dei punti più belli nella zona di Sossusvlei sono: Hidden Vlei, a breve distanza dal parcheggio 2x4, Deadvlei, così nominata a causa degli scheletrici tronchi di antiche acacie che si trovano al centro della secca piana e Sossusvlei stessa. Se le piogge sono abbondanti, il fiume Tsauchab riesce a scorrere fino alla valle creando un paradiso per gli uccelli acquatici. Anche durante la stagione secca spesso è possibile vedere orici, antilopi saltanti e struzzi che si nutrono della sparsa vegetazione lungo i corsi d’acqua. Il Nara, un frutto simile allo Tsamma, melone che si trova in questa zona, viene mangiato per il suo contenuto d’elementi nutritivi e di
liquido.
Le Dune Del Namib
Le dune del Namib si estendono a sud, dall'Orange al Kuiseb River, (nella zona nota come dune sea o “mare di dune”) e a nord, da Torra
Bay nel parco della Skeleton Coast fino al fiume Cuoca in Angola. Sono composte da variopinte sabbie di quarzo ed hanno sfumature che
vanno dal color crema all’arancio, al rosso e al viola. A differenza delle antiche dune del Kalahari, quelle del Namib sono dinamiche
perché si spostano e assumono forme particolari per effetto del vento. La parte superiore della duna, rivolta in direzione dello
spostamento, si chiama pendio di scorrimento ed è qui che la sabbia, cadendo dalla cresta, scivola verso il basso. In questo punto si
accumulano le particelle vegetali e i detriti animali che costituiscono la magra fonte alimentare degli abitanti di quest’ambiente e proprio
per questo motivo vi si concentrano quasi tutte le forme di vita esistenti sulle dune.
Sesriem Canyon
Molti anni fa il fiume Tsauchab, che sorge nelle montagne Naukluft e Zaris intagliò un canyon in questa zona apparentemente desolata. Il
Sesriem Canyon in realtà ospita uccelli, animali e piante perché le sue ripide pareti impediscono l’evaporazione dell’acqua e proiettano
fresche ombre sul canyon. Oggi il fiume Tsauchab scorre solo dopo abbondanti piogge. Pare che il nome “Sesriem” derivi dal fatto che i primi visitatori dell’area raccogliessero l’acqua dal fiume unendo sei cinghie per i buoi (“riems” in Afrikaans) per fare in modo che un secchio raggiungesse l’acqua dalla cima del canyon. La parte ovest di questo canyon profondo 30 metri diventa gradualmente più bassa
e a un certo punto il fiume si espande e forma una valle lungo il suo corso per Sossusvlei
Pensione completa. Un suggestivo trasferimento ci conduce oggi attraverso tutto il settore settentrionale del Namib Naukluft National Park
tra canyon e paesaggi lunari per arrivare nel pomeriggio inoltrato nella cittadina di Swakopmund, sull’Oceano, la seconda più importante
della Namibia. Pranzo in corso di viaggio. Effettuiamo un tour orientativo per ammirare chiari esempi architettonici di retaggio coloniale
tedesco. Cena e pernottamento.
Swakopmund
Swakopmund ha un carattere particolare probabilmente dovuto alla sua storia coloniale e al fatto che non ha ospitato industrie di rilievo a
parte quella turistica per la maggior parte del secolo scorso. Alte palme bordano le strade e i giardini ben tenuti contribuiscono a creare
un’atmosfera da oasi. Le caffetterie all’aperto, i bar e le pasticcerie fanno furore in una cittadina costellata d’interessanti edifici di un’altra epoca.
Qui vivono numerosi artisti e, passeggiando per la città, è possibile scoprire le sue gallerie d’arte e i negozi che espongono le opere di
pittori e artisti locali. Vi sono anche boutique, negozi di souvenir, negozi di pietre semipreziose, gioiellerie, supermercati, negozi di antiquariato e di tessuti, una conceria e molto altro. Swakopmund è diventato un luogo di attrazione per chi è alla ricerca di emozioni.
Molti arrivano fin qui per avventurarsi sulle dune con le quad bikes, per sciare con i sand board, per fare del tandem skydiving, per volare
sul deserto. Anche se Swakopmund si trova alle porte del deserto e lungo una delle coste più desolate del mondo, questi due fattori si combinano e danno a questa città unica un clima sorprendentemente temperato.
Le temperature estive non raggiungono mai gli estremi del deserto, a pochi chilometri all’interno, ed anche gli inverni sono miti, caratterizzati occasionalmente dal caldo vento dell’est. La città prende il nome dalla sua posizione alla foce del fiume Swakop, che raramente presenta acque di superficie, ma che invece fornisce acqua sotterranea per un certo numero d’interessanti fenomeni naturali, come la Valle della Luna, la Piana delle Welwitschie e l’Oasi Goanikontes. All’estremità meridionale della città si trova una fascia di dune costiere mobili che raggiunge Walvis Bay, a trentadue chilometri. A nord di Swakopmund si trova la famosa Skeleton Coast, che, malgrado ancora evitata dalla gente di mare, rappresenta oggi un eldorado per i pescatori.
Pensione completa. Oggi effettuiamo una delle escursioni più belle in assoluto. Iniziamo infatti con un’uscita in barca sulle placide acque della Walvis Bay. Qui è possibile ammirare pellicani, otarie, leoni marini e con un po’ di fortuna anche delfini. A bordo viene servito un pranzo leggero per poi proseguire in 4x4 verso l’area di Sandwich Harbour. Qui le dune si gettano letteralmente nell'Oceano e le pozze naturali di acqua salmastra che si creano con l’andamento delle maree, attirano qui centinaia di uccelli marini di tantissime specie.
Attraversando le saline rosa si rientra nel pomeriggio inoltrato a Swakopmund al termine di una giornata che rimarrà a lungo tra i ricordi più belli. Cena in ristorante e pernottamento.
Sandwich Harbour
La laguna di Sandwich Harbour è situata a 48 chilometri a sud di Walvis Bay, ai piedi di maestose dune color avorio ed è una spettacolare destinazione, specialmente per gli appassionati di fotografia. Molto conosciuta dai pescatori, dagli ornitologi e dagli amanti della natura, la laguna un tempo era una baia aperta, chiamata nei vecchi testi Sandfisch Haven, che con il passare degli anni è stata chiusa dalla sabbia. La zona di Sandwich ha un fascino mistico, arricchito dalla leggenda che narra che sotterrato da qualche parte nelle dune al di sopra del livello dell’alta marea, vi fosse una nave con un carico d’avorio, oro e pietre preziose. Questo tesoro è stato cercato da tanti, ma sino ad oggi nessuno ha avuto la fortuna di scoprirlo.
La laguna riceve acqua dolce dalle falde acquifere interne ed è un santuario per un gran numero d’uccelli di ripa. E’ anche un’importante
zona riproduttiva per una grande varietà di pesci. La zona è accessibile solo mediante veicoli 4x4 e con un apposito permesso.
Dopo la prima colazione il nostro viaggio prosegue verso nord lungo la strada che corre parallela all'Oceano Atlantico. Questa viene già
chiamata, impropriamente, Skeleton Coast (quella vera in realtà è molto più a nord di Torra Bay) e prende il nome dai vari scheletri di navi
miseramente naufragate sulle coste namibiane. Il mare qui è decisamente tumultuoso e il fenomeno delle nebbie notturne e mattutine non
aiutava gli equipaggi di un tempo che non si potevano avvalere di moderni ecoscandagli e radar. Già poco dopo Henties Bay possiamo
ammirare una di queste navi. Si imbocca poi la C35 per inoltrarci definitivamente all'interno della bella regione interna del Damaraland.
Vedremo presto all'orizzonte il possente Brandeberg, il secondo monolite più grande al mondo. Nel pomeriggio visitiamo il Twyfelfontein,
sito Unesco, un vero e proprio museo all'aperto. Cena e pernottamento.
Per saperne di più: Twyfelfontein
la zona più conosciuta del Damaraland è la zona di Twyfelfontein. I Damara, che un tempo vivevano in questa zona, la denominarono Uri-
Ais o “fontana saltante” dalla sua sorgente di acqua fresca. Nel 1947 il nome è stato cambiato in Twyfelfontein – che significa “fontana dubbiosa”, dal primo colono bianco, che riteneva che la sorgente fosse troppo debole per essere un valido supporto per l’allevamento del bestiame. Nel 1952 la zona è stata dichiarata monumento nazionale per i suoi tesori artistici. Twyfelfontein è conosciuta per l’abbondanza
di graffiti e pitture rupestri situate in una valle di arenaria rossa. Si crede che i graffiti risalgano a circa 6000 anni fa. In totale vi sono oltre 2500 graffiti divisi in sei categorie o fasi, fino al XIX secolo. La maggior parte dei graffiti rappresenta animali e le loro orme, con rare rappresentazioni di uomini rispetto alle migliaia d’immagini presenti. Le pitture e le incisioni rupestri hanno un’origine incerta e le ipotesi
sulle loro origini abbondano. Purtroppo non esiste un modo affidabile di datarle senza distruggerle. Si può dedurre che gli artisti fossero nomadi che vivevano di caccia e di raccolta e che non conoscessero l’agricoltura né la ceramica. La maggior parte delle pitture rupestri riflette il rapporto tra gli esseri umani e la natura. Alcune sono rappresentazioni stilizzate, ma nella maggior parte dei casi riproducono fedelmente e con grande abilità le persone e gli animali della regione. I temi ricorrenti comprendono il ruolo delle donne e degli uomini, battute di caccia e pratiche di medicina naturale. Le pitture si possono raggruppare in tre periodi distinti: le più antiche sembrano riflettere un periodo di nomadismo durante il quale le popolazioni si dedicavano prevalentemente alla caccia. Le opere successive, che rivelano un netto miglioramento artistico, suggeriscono pacifiche incursioni di gruppi provenienti da altre zone, forse San o Khoi-Khoi. L’ultimo stadio indica un impoverimento dell’espressione artistica dovuto forse a una perdita d’interesse verso il genere. Le tonalità del rosso si ottenevano principalmente macinando ossidi di ferro e aggiungendo a questa polvere un po’ di grasso animale per formare una pasta adesiva. I pigmenti bianchi erano ricavati dalla silice, dal quarzo in polvere e dalle argille bianche ed erano per natura meno adesivi di quelli rossi. Gli artisti applicavano i colori alla roccia usando le dita, bastoncini e pennelli ricavati con peli d’animali. L’arte rupestre ha la particolarità di essere ammirata nel luogo della sua creazione. L’osservatore attento potrà dunque farsi un’idea dell’ambiente che ha ispirato i dipinti.
Pensione completa. Partenza per il Parco Etosha con sosta per la visita del villaggio Himba di Otjikandero. La popolazione HIMBA, semi- nomade, fiera e possente, abita queste terre da millenni e ha saputo mantenere, tutto sommato e malgrado tanti contatti con gli “occidentali”, le loro antiche tradizioni, gli usi e i costumi. Al termine dell'attività si prosegue verso il settore meridionale del rinomato Parco Etosha con sosta alla Foresta Pietrificata lungo il percorso. Tempo permettendo non escludiamo un primo ingresso per iniziare ad apprezzare, ed avvistare, i grandi mammiferi africani. Cena e pernottamento al lodge.
Himba
Tra il XVI e il XVII secolo gli Herero, un popolo bantu dedito alla pastorizia, entrarono in Namibia provenienti dall’Angola e si stabilirono
con le loro mandrie in quest’area rimanendovi per circa 200 anni. Dopo questo periodo, probabilmente a causa del sovrappopolamento dovuto alle varie ondate di immigrazione, la maggior parte di loro si mosse verso sud alla ricerca di pascoli più idonei e si disperse in tutta
la parte centro settentrionale del paese dando vita a innumerevoli scontri con il popolo dei Nama, anch’essi allevatori e alla ricerca di pascoli. Nel XIX secolo a seguito di un’epidemia di peste bovina e delle vessazioni subite dai Nama Swartbooi, gli Herero rimasti in Kaokoland si trovarono costretti, per non morire di fame, a ripassare il confine con l’Angola e chiedere aiuto alla tribù locale degli Ngwambwe. Questi li ribattezzarono Himba, che nella loro lingua significa “coloro che chiedono l’elemosina”. Gli Himba rimasero in Angola per oltre un lustro, fino a quando un Herero di nome Vita, che accompagnava una spedizione scientifica, li trovò e decise di aiutarli. Dopo averli organizzati militarmente si mise a servizio del governo portoghese in Angola per combattere i ribelli, in cambio di armi e bestiame. Finalmente nel 1916, Vita e gli Himba furono in grado di attraversare il fiume Kunene, sconfissero i Nama e poterono ritornare
a vivere nelle loro terre. Nel frattempo l’opera missionaria compiva quasi un secolo e il popolo Herero era stato convertito al Cristianesimo
e aveva cambiato molte delle sue tradizioni; le differenze fra coloro che fino a cent’anni prima erano stati un solo popolo, erano ora insormontabili e i due popoli pur parlando la stessa lingua non si riunirono più, gli Herero continuarono nel loro percorso di modernizzazione, mentre gli Himba mantennero il nome adottivo e rifiutarono ogni tipo di influenza esterna per vivere secondo la loro cultura e tradizione.
La società Himba si può definire un sistema teocratico dove il capo villaggio è anche il capo spirituale e l’amministrazione del villaggio (kraal) segue le regole religiose-tradizionali. La base della società Himba è la famiglia, spesso allargata agli zii e ai cugini, il termine
villaggio è in realtà improprio, in quanto gli abitanti del kraal sono tutti parenti. Per questa ragione i rapporti fra i vari villaggi sono sempre numerosi e amichevoli per ragioni di matrimonio e d’affari. La loro religione si basa sul culto degli antenati: gli Himba ritengono che le anime dei morti abbiano poteri soprannaturali e siano il tramite tra i viventi e Dio, che chiamano Mukuru. Da qui deriva la necessità di mantenere buoni rapporti con le anime dei defunti seguendo e rispettando le tradizioni e chiedendo la loro benedizione attraverso il fuoco sacro detto Okuruwo. Questo è generalmente un unico ceppo ardente il cui mantenimento continuo è a cura del capo tribù e della sua prima moglie; durante le cerimonie sarà al fuoco sacro che il capo villaggio chiederà la benedizione degli antenati. L’economia degli Himba si basa quasi esclusivamente sull’allevamento del bestiame, essi sono pastori semi-nomadi e allevano principalmente mucche e capre. La loro dieta consiste quasi esclusivamente di latte cagliato (Omahere) e carne, principalmente di capra, le mucche infatti sono il loro patrimonio e vengono macellate solo per eventi importanti. Sono anche soliti barattare capre e manufatti per avere in cambio mais, zucchero ed oggetti d’ornamento personale.
Le donne himba sono famose per il colore rosso della loro pelle che ungono con una crema ottenuta da burro e polvere d’ocra. Questo trattamento viene utilizzato per proteggere la pelle dal sole, dagli insetti e per assorbire il sudore e la polvere, (tutte le mattine l’ocra viene tolta e rimessa), e naturalmente come trattamento di bellezza. Gli Himba sono famosi anche per le loro acconciature chiamate erembe: i capelli delle donne vengono intrecciati con dell’extension di fibra di palma o crine di cavallo e le treccine così ottenute vengono avvolte da un tubicino di sottile pelle di capra che viene poi unta con l’ocra.
Pensione completa. Intera giornata dedicata al safari con veicoli aperti del lodge. Il parco Etosha si presenta come un’immensa pianura dove gran parte della zona centrale è dominata dal pan, una piana di origine salina, che crea un paesaggio unico nel suo genere. Le tante pozze d’acqua attirano poi centinaia di animali alla ricerca di ristoro. Pranzo in corso d'escursione. Si esce dal parco nel pomeriggio inoltrato, cena e pernottamento.
Il chilometraggio odierno è variabile a seconda degli avvistamenti
Etosha National Park
L’Etosha National Park è il primo parco fondato in Namibia nel 1907 e sicuramente uno dei migliori luoghi al mondo per osservare gli animali. Il suo nome significa “grande luogo bianco asciutto”, anche conosciuto come “la terra delle acque asciutte” e deriva dalla vasta depressione salina dalle sfumature bianche e verdastre chiamata Etosha Pan. Ma sono le foreste e le praterie circostanti a costituire un habitat tanto favorevole alla fauna del parco. L’Etosha National Park occupa una superficie di oltre 20 000 kmq, dove vivono 114 specie di mammiferi, 340 di uccelli, sedici di rettili e anfibi e un’innumerevole varietà d’insetti.
Geologia L’Etosha Pan è un vastissimo deserto salino pianeggiante che per pochi giorni l’anno, per via delle piogge, si trasforma in una laguna poco profonda popolata da fenicotteri e pellicani bianchi. Quando si formò, dodici milioni di anni fa, era una depressione poco profonda alimentata dalle acque del fiume Kunene, ma i mutamenti climatici e tettonici verificatisi nel corso dei secoli hanno fatto abbassare il livello dell’acqua e creato questa depressione salina che ora si riempie d’acqua solo sporadicamente. Quando le
precipitazioni sono abbondanti, essa è alimentata da fiumi effimeri detti oshanas e omiramba che sono valli fluviali fossili i cui corsi d’acqua scorrono talvolta sotto terra.
Flora E Fauna
La pianta più diffusa a Etosha è il Mopane, che circonda la depressione salina e costituisce circa 80% dell’intera vegetazione. Secondo la stagione si possono vedere nel parco elefanti, giraffe, zebre, antilopi saltanti (springbok), alcelafi rossi, gnu, orici (gemsbok), antilopi alcine, kudu maggiori, antilopi roane, struzzi, sciacalli, iene, leoni, ghepardi e leopardi. Tra le specie in pericolo di estinzione vi sono l’impala dal muso nero e il rinoceronte nero. La densità degli animali è in relazione alla vegetazione. Nella stagione secca invernale gli animali si raggruppano intorno alle pozze d’acqua, mentre durante i caldi e piovosi mesi estivi si disperdono e trascorrono le giornate riparandosi nella boscaglia. Di pomeriggio si possono vedere gli animali che riposano sotto gli alberi. Le temperature estive possono raggiungere i 44ºC. Anche gli uccelli abbondano, i buceri dal becco giallo sono molto diffusi e a terra si possono vedere le enormi otarde di Kori.
Pensione completa. Attraversando la regione centrale si giunge nel pomeriggio nella Capitale Windhoek. Lungo il percorso si effettua una tappa presso il Cheetah Conservation Fund, una delle primissime fondazioni istituite in Namibia per la salvaguardia dei ghepardi, oggigiorno a rischio d'estinzione. Qui apprenderemo molte curiosità su questi felini e potremo ammirarli da pochissimi passi. Cena e pernottamento in hotel.
Dopo la prima colazione trasferimento in aeroporto. Volo di rientro in Italia via scalo internazionale. Pasti e pernottamento a bordo.
Arrivo a destinazione in giornata.